Un genitore normalmente interagisce in modo diretto con lə propriə figliə: si interessa di loro, chiede come stanno, quali siano le loro aspirazioni e le loro preferenze.
Sa di cosa sono capaci, si inorgoglisce per i loro successi e offre loro un supporto nei periodi difficili. Diversamente, un genitore narcisista interagisce con un’entità astratta, una sorta di figliə immaginariə costruita sulla base delle proprie proiezioni e delle proprie aspettative.
Ha dei desideri di rivalsa, ad esempio, che si traducono nell’aspettativa che lə figliə siano brillanti e di successo, e che ciò riversi sul genitore un senso di soddisfazione per placare un’autostima carente.
Spesso a questo desiderio spesso si accompagna la paura – o la certezza – che alla fine quellə figliə non ce la farà, si rivelerà un fallimento. Questo conflitto riempie il narcisista di una grande amarezza. Proiettando sé stessə sullə figliə si vede perdente, e il dolore di questo insuccesso si trasforma in rabbia rendendo lə figliə ‘colpevole’ di averlƏ fatto sentire così. In altri momenti è esaltatə da fantasie di successo, e proietta sullə figliə una forte pressione di aspettativa.
E non ha importanza che lə figliə sia o meno brillante o quale forma prendano i suoi talenti: il genitore narcisista contemporaneamente è roso dalla paura – dalla certezza, anzi – che alla fine quellə figliə non ce la farà, si rivelerà un fallimento.
Qual è il fil rouge? Che lə figliə non viene vistə, e le sue reali caratteristiche o la vera essenza non vengono mai prese in considerazione. Viene lasciatə solə.
Non c’è dialogo, poiché non c’è un vero scambio con una persona reale, a tre dimensioni, articolata e profonda.
Ci sono invece i discorsi con unə figliə immaginariə, monolitica e sempre uguale, a cui vengono addebitate qua e là caratteristiche comode da usare per avvalorare il punto di vista paranoico del genitore narcisista: nessuno lə capisce, nessuno lə vuole bene, l3 su3 figli3 sono ingrat3.
Lə figliə immaginariə per esempio potrebbe essere etichettatə come “lamentosə”, sempre in cerca di attenzioni. Ogni sua richiesta viene trattata come una seccatura: magari la richiesta era legittima, magari sei finitə in ospedale, ma non importa: mica sei mortə! Quindi l’emergenza non era poi questo granchè.
O può essere etichettatə come “ingratə”, per l’aver trattato il fatto di aver ricevuto cure essenziali dal genitore senza piangere dalla gioia e gridare al miracolo. Mi compri i vestiti, mi porti in vacanza? Beh, grazie, però sei mia madre, è abbastanza normale! L’espressione di gratitudine verso questo genitore è soffocata dalla costante richiesta di adorazione, e quindi anche a volerla esprimere, la gratitudine non esce.
Tutto quanto accade viene preso dal genitore narcisista, digerito e risputato fuori come una conferma della sua narrazione vittimistica. Se la realtà va in un’altra direzione, quella del darlƏ torto, allora il genitore narcisista semplicemente creerà una realtà alternativa, nella quale avere giustamente ragione.
Nelle famiglie in cui c’è un familiare in qualche modo “difettato”, si arriva a dire che è proprio a ləi che lə figliə assomiglia. Non importa se lə figliə farà poi scelte ben distanti da quel modello: al primo accenno di comportamento “strano” o alla prima somiglianza anche teorica e vaghissima, ecco la prova provata della somiglianza, che verrà tirata in ballo per l’eternità.
Se lə figliə immaginariə può essere criticatə lo sarà sempre e comunque, e le sue disavventure non verranno trattate come casi fortuiti ma come prove inconfutabili di un qualche suo presunto difetto di fabbrica originario, una specie di peccato originale che niente potrà mai lavare via.
Cosa significa tutto ciò per lə figliə, per la sua vita? Quali sono le conseguenze di una costante proiezione di fallimento – o di perfezione – per ləi? Quali difficoltà deve affrontare lə figliə di un genitore narcisista?
Beh, il modello immaginario e proiettivo del genitore si sovrappone alla vera identità dellƏ figliƏ, creando una grande confusione. Il rischio maggiore è che lə figliə stessə finisca per concordare con la versione immaginaria della sua identità, tralasciando di esplorare chi realmente sia e quali siano le sue potenzialità autentiche.
Abbiamo dentro di noi una forza potentissima che desidera confermare i giudizi dei nostri genitori, anche quelli negativi, anche a prezzo della nostra felicità personale.
Se un genitore ci ha mostrato considerazione per qualcosa, anche una considerazione in negativo, noi quella cosa tenderemo a crearla nella nostra vita affinché sia quel “latte e biscotti” sempre pronto per attrarre il nostro Babbo Natale preferito.
Per capire se hai fatto tuo questo modello di figliə immaginariə, puoi chiederti: “Che rapporto avrebbe mia madre o mio padre con unə me felice e realizzatə?”.
Se la risposta è “nessun rapporto” o “un rapporto ben peggiore”, allora probabilmente hai incarnato qualche aspetto di quellƏ figliƏ difettatƏ, solo per soddisfare un genitore narcisista.
Le immagini di questo post sono state create assieme ad un’intelligenza artificiale, Midjourney
Le mie figlie erano adolescenti quando litigavo spesso con mio marito perché metteva sempre e solo in risalto i loro errori; lo faceva non con l’intento di capire il problema, ma le rimproverava come se loro si fossero comportate così per fare un torto a lui. Ancora non sapevo nulla del narcisismo, ma capivo che quello non era un comportamento da vero padre…..saperlo ora è devastante. Quanta vita persa …