In un post dell’altro giorno, domandavo se è questa l’energia che vuoi avere una relazione, e di ricordarti che puoi sempre e comunque scegliere qualsiasi cosa. Prontamente mi commenta una persona, dicendo che non è forse davvero così, nel senso che, soprattutto dopo una certa età, bisogna ricordarsi che molto probabilmente la scelta non è tra continuare con chi siamo o avere chissà quale altra relazione pazzesca, ma eventualmente rimanere da soli, e quindi di andarci piano con il fatto delle infinite possibilità nella relazione.

Da parte mia, detesto decisamente il clichè del pensiero positivo, il pressapochismo, il dire: ‘ma certo, sì, puoi fare quello che vuoi, basta volerlo e visualizzarlo’. Non è proprio nelle mie corde, che sono invece più orientate al purché funzioni, alla concretezza e al misurarsi con i limiti contestuali oggettivi, compresi soprattutto quelli interiori. Io non insisto mai sul fatto che ci sia una cosa fissa che deve essere fatta, tutt’altro; sono anzi per tornare a sé e alla propria centratura, e vedere che cosa è fattibile, che cosa ti senti di fare in quel momento, dove puoi spostare di un pochino il tuo limite, fare qualcosa che sia sostenibile. Perciò non si tratta di miracolismo, o di ‘assolutamente, puoi fare quello che vuoi’ così, a caso.
Non è quello.

È cruciale allo stesso tempo ricordarsi che, quando parliamo di relazioni, di emozioni, di sentimenti non siamo in un regno di realtà contestuale, non vige la regola di causa-effetto, ma piuttosto siamo nel regno della psiche, dove vige la legge delle possibilità e della scelta, essenzialmente. La scelta che puoi fare, anche se naturalmente l’essere attratti da una persona magari tossica può essere percepito come qualcosa di solidissimo e intensissimo dal quale non si riesce a scappare.

Comunque, intenso non significa reale. Non significa inevitabile. Siamo in un ambito dove è importante tenere presente che le emozioni sono come il palcoscenico, dove viene messo in scena quello che noi abbiamo stabilito, quello che è il nostro copione; noi siamo gli attori, siamo gli spettatori, siamo la critica: tutto attiene a noi. Questa regola, volendo, la possiamo stiracchiare e applicare un po’ a tutto quanto nella vita, ma di sicuro la possiamo applicare alle emozioni e alla nostra vita interiore. Certo, la realtà contestuale esterna del rapporto con una persona tossica può essere molto vincolante, ma se decido che è una cosa inevitabile e non ci posso fare niente, e questo è come sono fatto, ecc., sto rinunciando a quelli che sono i principali strumenti che abbiamo per cambiare le cose.

Ricordiamoci sempre che, per quanto intense, queste sono le mie emozioni, sono i miei sentimenti e sono io che decido come funziona. Quindi è cruciale individuare che, anche se la scelta che abbiamo fatto in questo campo non è stata consapevole, comunque questo è l’effetto di un concerto di decisioni che prendo rispetto alla relazione, a me stessa e alla vita e quindi, in questo caso, sì che vige la regola delle infinite possibilità.

È un po’ come un albero. L’albero si dirama in rami sempre più stratificati, con un numero via via sempre maggiore di rami e di foglie. Tu puoi seguire questa una diramazione, e se ti volti indietro verso il tuo passato, vedrai una linea singola e una storia unitaria, qualcosa di fisso; viceversa, se ti rivolgi verso il futuro vedrai, sì, infinite possibilità e infinite vite possibili.
Va bene, magari non può essere sempre tutto così aperto, in tutti i momenti della vita: ci sono magari dei momenti in cui riconosciamo che in quel punto c’erano degli snodi cruciali. Si poteva prendere una direzione piuttosto che un’altra. Ma in fin dei conti, possiamo sempre prendere una direzione invece di un’altra e tracciare noi il segno per quello che verrà dopo, anche se la nostra storia ha inciso e ha avuto conseguenze.


Ricordati che anche in quelle conseguenze ci sono infinite possibilità.