Eccomi qua a dire la mia sul tema del cambiamento. Come sempre, non c’è l’idea di essere esaustiva, ma di dare degli input, per quanto eventualmente contraddittori, e qualche elemento sul tema del cambiamento.
Il cambiamento è già avvenuto.
È che ci mettiamo più tempo a metterlo in pratica, agire, lasciare che sia, piuttosto che a mantenere le cose per come siamo abituati, anche se la fatica è maggiore.
È la famosa paura del “Oddio, come si fa ad essere sé stessi?”, come se fosse una cosa difficile: in realtà, la cosa difficile è essere qualcos’altro, fare qualcosa che non è realmente allineato con noi.
Lo facciamo lo stesso e lo scegliamo, perché siamo inseriti su questo binario, perché scegliamo secondo principi controintuitivi e che non vanno verso la felicità. Se c’è un momento di stop, di riallineamento e di riconnessione con noi stessi, è più facile riconoscere che il cambiamento è già avvenuto, il cambiamento già c’è e si tratta solo di metterlo in pratica.
Il cambiamento non è lineare
Da una grande distanza, cioè quando è passato un po’ di tempo, è probabilmente più facile vedere che siamo cambiati. È già successo, ma quando siamo all’interno di quel periodo, ci sono ancora micro-aggiustamenti, questi due passi avanti, tre passi indietro, un passo a lato, eccetera, come in una sorta di balletto. Come nella danza, però, l’importante è continuare a muoversi e sentire il ritmo, soprattutto non fermarsi, tenere le cose in movimento nella fiducia che in qualche modo continuando ad andare, si troverà via via il nostro equilibrio, la nostra dimensione.
La paura non è una buona scusa per non agire.
Naturalmente, questi sono discorsi generali che si rivolgono a tante persone e quindi io faccio un discorso generale all’interno del quale, quando si parla di paura, bisogna tenere sempre presente i potenziali rischi.
Innanzitutto, ci sono situazioni in campo relazionale, in campo narcisismo, che rappresentano un oggettivo pericolo e questo è il primo criterio, la sicurezza.
Detto ciò, fatto questo disclaimer obbligato, il passo successivo è che, se stai aspettando di non avere paura per poter mettere in pratica il cambiamento, preparati ad aspettare a lungo, perché non è affatto questo uno dei modi con i quali succederà.
Semplicemente, si fa, anche se si ha paura: è questo il vero coraggio. Il coraggioso non è colui che non ha paura, ma chi agisce nonostante la paura.
La realtà è che si lancia il cuore oltre l’ostacolo. Oltre alla paura, scegliamo di fare quella cosa che da qualche parte abbiamo compreso essere la cosa per noi. C’è un senso di “dai, dai, dai!” “su, su, su!”: ad un certo punto bisogna buttarsi, altrimenti rimaniamo quella persona che passa un’ora sul trampolino mentre tutti gli altri aspettano e si perde parte del divertimento.
Quando poi si fa il tuffo, viene fuori che è bellissimo:
“Perché ci ho smesso così tanto a farlo?!”
Infine, quand’è che il cambiamento è realmente avvenuto?
Quando le cose davvero cambiano? Quando realmente vedi la differenza. Quando siamo nel processo di cambiare, voler cambiare, dover cambiare ecc., tutto sembra sempre uguale, sempre molto lento, molto statico.
Invece, quando il cambiamento avviene, avviene così in fretta da farti girare la testa, non riesci quasi a vedere quante cose riescono a cambiare così velocemente. So che in qualche modo è contraddittorio rispetto a quello che dicevo prima, ma considera se ti risuona questa cosa: ad un certo punto c’è quel clic, e le cose cambiano, e cambiano un po’ tutte insieme, a effetto domino. Lì ti accorgi che davvero qualcosa è successo.
È un po’ come l’orgasmo: se ti stai chiedendo se è avvenuto, probabilmente non l’hai ancora provato.
Lo devo fare prima o poi… Così non posso andare avanti