Il gaslighting è un tipo di manipolazione che consiste nello scollegare la vittima dal suo sapere.
Prende il nome dall’omonimo film del 1944, Gaslight, nel quale questa dinamica è molto ben rappresentata: un marito riesce a convincere la propria moglie di essere pazza, confutando le sue impressioni, invalidando il suo sentire e trasformando la realtà in una versione alternativa di comodo, dove la moglie si ‘dimentica’ le cose, ne ingigantisce altre e fa cose insensate come rubare in casa propria. In realtà, è il marito a far sparire degli oggetti per poi accusarla di furto, o ad abbassare l’intensità della luce in casa salvo poi, quando lei lo fa notare, darle della pazza.
Ecco, una versione di questo, in varie sfumature, avviene in molti rapporti e a tutti i livelli: può accadere tra i partner di una coppia, ma anche in famiglia, sul lavoro o altrove, ovunque qualcuno voglia esercitare un potere sull’altro e portarlo a dubitare di sé stesso.
Chi lo fa, tende a trattare il mondo emotivo della vittima come se fosse inappropriato ed eccessivo, come se avesse perennemente torto e anzi, che idiozia anche solo sollevare certe obiezioni!
Se sei o sei stata vittima di gaslighting ti senti di non avere scampo: le hai provate tutte per farti capire, e sei convinta che insistendo ci riuscirai, perché il tuo pensiero è ragionevole, sensato e condivisibile. L’hai anche sperimentato, se mai ce ne fosse bisogno, parlandone con altre persone, e il feedback che ne hai ricavato è che sì, stai dicendo qualcosa di giusto, ovvio, qualcosa di buon senso.
Ma con questa persona in particolare proprio non riesci a farti dare ragione. Di più: non riesci a sentire di aver diritto di pensarla come la pensi. Spesso hai difficoltà ad esprimerla, questa tua opinione, ad articolarla: l’altro ti impedisce anche di parlare.
Allora ti metti in ascolto, e quello che ascolti è una frana di giudizi basati su altri giudizi, conclusioni a priori, lamentazioni dove lui (chi fa gaslighting) è la povera vittima del fato avverso, di maldicenze, delle malevole intenzioni dei soliti uomini cattivi e bla bla bla, qualsiasi cosa ma non è mai responsabile di ciò che accade nella sua vita. Non si assume mai nessuna responsabilità, però in compenso si aspetta della solidarietà e degli attestati di stima per tutto ciò che ha fatto per te. Tutta la fiducia che ti ha dato e tu l’hai deluso. Tutte le speranze che aveva riposto in te che, per contro, sei una tale sòla. Tutto l’aiuto che ha provato a darti facendoti vedere sempre dove sbagli, se solo tu fossi in grado di accettare una critica, accidenti..!
Allora provi a relativizzare il tuo pensiero, a renderlo meno “provocatorio”, meno “impudente”, nella speranza di trovare un qualche terreno comune sul quale potersi incontrare, trovarsi d’accordo, e questo non fa che irritare l’altro: se era A a dargli fastidio, e perciò tu retrocedi a B, adesso pure B non va bene, e se pensavi che almeno C potesse essere accettabile, ti sbagliavi, e allora provi D e scopri che detto da te non vale, e che E è troppo comodo, e F è il nuovo E, e G non fa testo, eccetera eccetera.
Qual è l’antidoto a questo tipo di manipolazione? Innanzi tutto il rendersi conto di quando questo accade. Se non è possibile avere un dialogo franco, se senti che non solo le tue opinioni, ma anche i tuoi sentimenti vengono regolarmente invalidati dicendoti che sei eccessiva, tracotante, presuntuosa, drammatica o inopportuna, e ad avvalorare questi giudizi non c’è nulla di concreto ma solo ‘è così perché è così’, e altre accuse ed altri giudizi, allora stai subendo gaslighting. Se te ne accorgi sei libera di connetterti alla tua verità, al tuo sentire, e renderti conto che ha valore, ha peso e ha dignità.
Il secondo elemento da tenere presente è che chi fa gaslighting è del tutto consapevole di ciò che sta succedendo. Non è che non se ne renda conto, e che spetti a te fargli notare che ti sta accusando ingiustamente: se ne rende perfettamente conto. Molto probabilmente lo trova pure divertente, ma mente di proposito.
Questa parte è particolarmente difficile da accettare perché è qualcosa che noi non faremmo mai. Chi ha potuto essere vittima di gaslighting è una persona disponibile a mettersi in discussione, è sensibile ed empatica, e non concepisce cosa ci sia di bello nel mettere in crisi un’altra persona e farla sentire pazza.
Eppure è proprio così. Possono esserci vari disturbi di personalità in gioco, combinazioni diverse, ma di massima chi ha il cinismo di fare gaslighting, anche se magari non lo chiama così! sa perfettamente cosa sta facendo.
Il mio consiglio spassionato per te: se il rapporto nel quale si realizza il gaslighting è un rapporto del quale puoi fare a meno, fallo! Allontanati da questa persona e tienila fuori dalla tua vita, perché sentirti sicura di te è molto più importante, e frequentare questa persona non fa che farti sentire insicura.
Se non ti senti di rinunciarci, per favore, perlomeno chiediti se vorresti avere ancora a che fare con lui/lei, se sapessi che questa cosa non cambierà. Se abbandoni l’idea di riuscire finalmente a farti capire, ha ancora senso per te..? Ci sono altre forme di abuso in questo rapporto, per caso..?
Infine, se questo non è un rapporto del quale puoi/vuoi fare a meno, considera di vederci davvero chiaro e di imparare a non farti impattare dal gaslighting. Si inizia essendone consapevole e aprendosi alla possibilità di fare scelte diverse.