Il mito di Narciso, oltre alla ben nota storia del giovane tanto bello che si innamora della propria immagine e muore ha anche un altro tipo di risvolto, una sfumatura che è utile a capire qual è il tipo di persona che si avvicina e si reaziona con il narcisista. Come sempre, non solo vale per ogni genere e orientamento sessuale, ma volevo aggiungere che è interessante utilizzare questo tipo di discorsi applicato a diverse modalità di rapporti. Non solo quello di coppia, o tra amanti; vale anche se la tua persona narcisista è in famiglia, al lavoro, o tra le amicizie. Prova ad abbinare questo tipo di mappa anche ad altri tipi di relazione.


Narciso, nel mito, viene portato nel bosco, condannato a restare lì. È un cacciatore, e si lancia a cacciare cervi. In questo senso, la donna cervo, sempre seguendo la visione tradizionale dove il narcisista è uomo e le sue prede femmine, la donna cervo diventa la donna oggetto. È il grado zero di consapevolezza perché rappresenta il nutrimento, l’approvvigionamento narcisistico base. È una persona che non si rende neanche conto di che cosa le sta succedendo e ci casca con tutti e due i piedi dentro. Con questa persona, il Narciso può compiere il ben noto ciclo, ovvero illuderla fino a farla innamorare e nel momento in cui si crea rapporto, la connessione e la dipendenza, cominciare la svalutazione, per poi arrivare allo scarto e avanti la prossima.


Questa è la base: una persona che non si rende conto e viene illusa in toto.


Il secondo tipo di persona che avvicina il narcisista è la nostra ben nota Eco: un tipo di donna che rinuncia a considerarsi soggetto e retrocede perché cerca di fare innamorare Narciso. Cerca di persuaderlo, di sedurlo in qualche modo. Gli va incontro, tenendolo buono, lo asseconda perché ha bisogno di tenerselo buono ed è un po’ questo il peccato originale della Eco. Nel mito viene anche sottolineato che Eco era nota per la sua eloquenza e per la sua intelligenza, e proprio per questo viene condannata a dover ripetere solo le ultime parole dell’altra persona. Così la vede Narciso: come una persona senza consistenza, non intelligente, che lo ammorba con il suo bla bla. Non vede quelle qualità che le sono in realtà proprie e la valuta su questo, aggiungendo un ulteriore senso di ingiustizia alla Eco. Nel mito, Eco si consuma fino a scomparire.


Spesso parlo di questo fenomeno, per cui la relazione con una persona narcisista comincia con due persone, e poi dopo, pian piano, ci si rende conto che la persona è rimasta una sola perché il narcisista è talmente ingombrante nelle sue modalità, nelle sue pretese e la Eco talmente disposta a retrocedere per lasciargli questo spazio, pensando in questo modo di avvicinarlo, che alla fine la relazione non la riguarda neanche più. È tutto quanto votato a tenere tranquillo il Narciso, a confortarlo, a farlo stare bene, non mandarlo in reazione. E allo stesso modo, come nel mito, la Eco scompare, si toglie, si toglie e si toglie fino a scomparire come soggetto dalla relazione. Nel mentre, invece, Narciso rimane sempre uguale a sé stesso, imperscrutabile.


A questo punto arriviamo al terzo personaggio che incontra Narciso ed è la dea Nemesi. Nemesi è quella che lo punirà per la sua arroganza e lo condannerà a vedere il suo riflesso. E nel mito questo lo uccide, perché cade nello specchio d’acqua e muore. Nella realtà, che cos’è Nemesi? È quel tipo di persona che è disposta appunto a rispecchiare il narcisista e il suo comportamento, e a determinare se non un cambiamento, che sappiamo non è affatto sensato aspettarsi da una persona narcisista, quantomeno una differenza. Gli mette di fronte la propria ombra, ottenendo una fuga di paura perché la relazione spaventa il narcisista, oppure il narcisista si sbriciola nelle sue maschere e ne muore.


La Nemesi è tendenzialmente il tipo di donna che la Eco vorrebbe essere e che ambisce ad essere, ovvero quella che sbatte in faccia al narcisista tutta la sua pochezza ed è il tipo di donna che non riesce quasi mai a essere, per un fondamentale motivo: per ottenere quest’effetto shock non ci deve essere nessun interesse. Dev’essere una mossa sincera, disinteressata da parte di qualcuno che ha già abbandonato ogni speranza. Sta già lasciando andare la relazione e quindi si può permettere di dire qualcosa di distruttivo. La Eco non osa dire mai quella che è la sua innominabile verità, ovvero: ‘Caro narcisista, tu non sei abbastanza!’


Concludendo, che tu sia stata cervo, Eco o Nemesi, è bello tenere presente che il narcisista tendenzialmente ha una visione dei rapporti a due dimensioni, dove le persone sono come immagini, oggetti che può muovere, spostare, gestire a suo piacimento. La terza dimensione è quella dell’emotività e dell’umanità e non riesce a vederla, e sei tu che eventualmente puoi scegliere se incarnare questa parte e occupare finalmente tutto lo spazio che in realtà ti compete, e vedere che cosa succede.

E se, eventualmente, per il narcisista questo non sarà piacevole e non sarà ricevuto… quella è la porta.