Una maschera è un personaggio che interpretiamo al posto di essere semplicemente noi stessi.

La persona narcisista, naturalmente, lo fa tanto spesso, così tanto spesso che, a volte, viene da chiedere se non abbia fatto il giro, e sia in realtà la maschera la parte autentica. Questo perché, se togli quella non c’è un reale senso di identità al di fuori della maschera, ed è una cosa che possiamo osservare spesso, avendo a che fare con narcisisti.

Te ne accorgi non tanto per l’incongruenza tra quello che dice e quello che fa, ma anche per quel senso di dissonanza cognitiva, quell’effetto boh-forse-ho-capito-male-io.

La differenza tra quello che dice e l’energia di come lo dice, dell’effetto che fa, ti dà il senso che non sta realmente essendo sé stesso, ma sta interpretando un qualche ruolo a uso e consumo della relazione.

La classica domanda che mi viene fatta è: “Ma la persona narcisista sa di star mentendo? Sa di interpretare delle maschere? Si rende conto, oppure ci crede davvero?”

Naturalmente non esiste una risposta standard a questa domanda. Ci sono gradi e gradi di… follia e, come spesso ripeto, il narcisismo è uno spettro che va dalla pressoché normalità, al disturbo di personalità invalidante e quindi bisogna vedere la persona dove si colloca, quanto è consapevole di star agendo in malafede interpretando un ruolo finto, oppure se davvero ci crede veramente e si è identificato con questo.

In genere sono molto più consapevoli di quello che stanno facendo, di quello che ci immaginiamo noi persone empatiche che, semplicemente, non abbiamo tanto questa dimensione nelle nostre corde e abbiamo l’idea che mentire sia una sorta di estrema ratio che eventualmente si fa, ma ci costa molta fatica. Normalmente riteniamo che non ne valga neanche la pena.

Nel parlare di maschere volevo anche portare il focus sulla persona Eco, la persona empatica che interpreta anche lei delle maschere, è quello che accade quando c’è un certo tipo di persona o un certo tipo di situazione che ti stimola un atteggiamento che non è tanto il tuo.
Per esempio, ti mostri dubbiosa anche quando in realtà hai estrema chiarezza, o ti mostri un po’ sciocchina perché hai fortemente interiorizzato che l’intelligenza dà fastidio ed è ingombrante, e quindi sei molto più digeribile se hai un atteggiamento un po’ svanito. In altre situazioni del genere, ci sono tipi di persone che ti stimolano vecchie attitudini, vecchi comportamenti e cose storiche che non sono più in realtà attuali, ma che vengono fuori come reazione.

Se qualcuno ci parla da pari a pari, da adulto ad adulto, è più facile che stimoli una reazione adulta, ma se qualcuno ci parla da una posizione di superiorità allora noi, specularmente, tendiamo a rispondere da una posizione sottomessa. Si crea una sorta di dinamica genitore-bambino, per esempio, e reagiamo in modo non tanto alla nostra altezza di persone adulte consapevoli. Quando accade di interpretare queste maschere, fondamentalmente, ci dimentichiamo di essere noi stessi e questa è la principale differenza tra una persona empatica che interpreta delle maschere e una persona narcisista.

Il fatto che noi conosciamo la differenza tra essere noi stessi e agire nel pieno della nostra centratura della nostra individualità, oppure essere qualcosa di meno o qualcosa di traslato o qualcosa di funzionale alla situazione. La persona narcisista non ha ben chiaro cosa voglia dire agire da sé autenticamente, perché questo è tutto quello che conosce.