Femminismo è una parola che spesso genera delle alzatine di spalle e occhi al cielo: capitava così anche per il termine conflitto di interessi nei primi anni Duemila: in qualche modo, ha perso mordente.
Spesso ci viene detto che di femminismo non serve più parlare perché… figurati, no? Le donne sono dappertutto, fanno tutto e non c’è più nessun bisogno di ricordare l’argomento. Tant’è vero che ogni tanto capita di sentire dei rigurgiti rispetto al fatto che la vera femminilità, quella autentica, abbia solo attinenza con l’essere accoglienti, modeste e riservate, la donna all’antica, la massaia rurale che non provoca, non richiede dei diritti ulteriori ed è contenta del suo ruolo dedito alla cura.
Si potrebbero dire mille cose rispetto al fatto che questo è ben lungi dall’essere abbastanza, e pure ci sono tante cose da dire sulla disparità di genere, disparità salariale, sulla condizione della donna nel mondo, sui femminicidi, la cultura dello stupro, lo slut shaming: c’è ancora tanto da fare in realtà e quindi di femminismo ha senso parlarne, eccome.
Oggi mi attengo a quello che normalmente cerco di mettere nei miei mini-video, ovvero indirizzare non tanto il contesto o l’altro, ma noi. Riportare il focus su di noi, perché laddove chiediamo maggiore considerazione e maggior rispetto, è infinitamente più efficace se siamo noi per prime a portarci rispetto, gratitudine, a onorarci e a estirpare quel seme di disistima e di dubbio che, di solito, si accompagna a certe situazioni spiacevoli.
Oggi, in questo video per l’8 marzo, volevo mettere qualche reminder in questo senso.
Innanzitutto, volevo ricordare che la donna ha un cervello costituzionalmente diverso da quello maschile. La nostra modalità di arrivare alle soluzioni, ed elaborare il pensiero passa attraverso il parlare, il fare mente locale insieme, il condividere e quindi, questa necessità di esternare, esprimersi molto a parole, è assolutamente da tenere da conto come qualcosa che promuove il benessere e la produttività. Attenzione a non considerarlo un difetto!
Un’altra cosa, è che siamo naturalmente orientate alla relazione. Prendersi cura della socialità, compatibilmente al periodo, ovviamente, parlare con tante persone è un talento, è un valore. Nutrire questo tuo lato, se te lo riconosci e per quanto possibile, è importante almeno quanto lavarti i denti.
Come donne è facile che sia così. Per contro, in questa realtà, il tema relazione di coppia prende una dimensione e un ingombro eccessivo, molto impegnativo, perché per la donna potrebbe incastrarsi con l’attitudine alle relazioni e diventa come se la relazione di coppia fosse l’orizzonte principale del tuo valore. Come se fosse così tanto importante da dover assorbire una fetta gigante delle tue energie e della tua attenzione. Non dimenticarti che c’è molto altro che ti dà senso e soddisfazione.
Ci sono altre aree della tua vita che magari stanno cercando di attirare la tua attenzione e far sì che tu ti possa dedicare di più a loro, mentre invece sei particolarmente concentrata su relazioni di coppia, ecc. Ricordati di tutto il resto. In questa realtà, il semplice essere donna ti mette in una luce sfavorevole, perché si tende a considerare l’esserlo come indice di una qualche forma di stupidità intrinseca e quindi ci sono delle resistenze specifiche a essere presa sul serio.
Naturalmente, qui dico l’ovvio, però… non ci cascare! Attenta a non agganciare questa modalità vigente a quelle che sono le tue insicurezze. Potrebbe essere il caso di portare l’attenzione a prendere sul serio il tuo sentire, il tuo sapere, le tue idee e dargli una chance in più. Magari ti sorprenderanno…
Infine, ricordati che essere donna è un’altra cittadinanza.
È quella cosa che ci fa appartenere a una sorellanza universale, unita dalla ciclicità, dall’intuito, dall’io selvaggio e la natura istintuale. Sono tutte cose che ci alimentano, che ci sostengono e lo fanno, tanto quanto siamo capaci di riconoscerne il contributo. È il femminile non svenevole, non decorativo, non fatalone, non quel tipo di cose che di solito vengono associate alla femminilità.
C’è molto altro: c’è la forza, c’è la determinazione, c’è la lucidità: questa è la cittadinanza di cui parlo.
Queste caratteristiche del femminile che, tanto più le riconosci facente parte di te, tanto più senti di aderire a questo archetipo, a questa grandezza, questo respiro che c’è dietro, tanto più ti possono contribuire.
Mi piace molto l’idea della sorellanza, di sentirci finalmente unite e supportate in questo abbraccio femminile. Sto frequentando un piccolo cerchio di donne e non solo lo desidero ma ne sento il conforto.