Se ti senti chiusa, isolata, depressa, sfigata e senza nessuna idea capace di animarti, ci sono moltissime cose utili da considerare.

 

Innanzitutto, inizio col dire che

 

Cercare di ‘tirarsi su’, non serve a niente

 

E’ l’approccio che di solito scelgono che persone che hai attorno, che non sanno cosa dire quando ti vedono giù e pensano sia una buona idea ‘spronarti’, dirti che andrà tutto bene, che hai tanti motivi per essere contenta e soddisfatta, che il mare è pieno di pesci, eccetera.

 

Hai notato che ti fa solo incazzare di più..?

 

Questo accade perché se ti senti uno schifo, insistere affinché tu stia meglio ti fa solo chiudere di più. Cosa puoi fare allora?

 

PRENDERE ATTO DI COME TI SENTI

 

Non puoi cambiare niente, se prima non lo accetti. Quindi partiamo da qui: ti senti uno schifo? E’ ok.

Succede a tutti, è comprensibile, siamo tutti sulla stessa barca.

 

La buona notizia è che non devi fare proprio niente.

 

Semplicemente prendi atto dei sentimenti coi quali sei in contatto.

Esci dalla tua pippa egocentrica

Lo so, quando ci si sente una cacchetta si tende a pensare di essere gli unici al mondo così sfigati, così tristi e così incasinati. Ma ora che ti sei data il permesso di essere triste, che sai di essere giù, ti annuncio con gioia che ti sei appena unita alla maggioranza!!! Benvenuta nel club!!

 

La maggior parte delle persone è costantemente in contatto con un senso di inadeguatezza, solitudine, ansia e burn out incipiente. Puoi essere da sola nella tua stanza, ma non stai realmente vivendo nulla da sola. Sei in contatto con tutte le persone che condividono questo stato emotivo, e l’idea di essere sola al mondo è più che altro la coloritura drammatica ed egocentrica che a volte diamo a un nostro stato emotivo. Ma è davvero così?

 

Che cosa puoi fare?

 

RICONOSCI CHE SEI CONNESSA CON TUTTO IL RESTO

 

La buona notizia è che questa connessione non vale solo per le cose spiacevoli, ma anche per le cose espansive, nutrienti e rivitalizzante, e non appena sceglierai di stare meglio, restando consapevole di questa connessione contribuirai anche ad innalzare la vibrazione sul pianeta.

 

Aspetta aspetta, cioè??? In che senso ‘quando sceglierai’???

 

E veniamo a terzo punto!

 

La felicità è una scelta

 

Se ti sei accorta di sentirti triste, e ti sei data il permesso di sentirti così, potrebbe iniziare a diventarti chiaro che sei tu il capo: sei la fonte di ogni cosa che accade nella tua vita, e hai facoltà di scelta. Così come nessun tentativo di ‘tirarti su’, anche del più benintenzionato degli amici, può magicamente tirarti fuori dal tuo buco, se hai scelto di stare male, quella stessa efficacia la puoi mettere in atto per scegliere una possibilità diversa.

 

Bello, mi dirai, ma come si fa..?

 

ACCETTANDO CHE IL ‘COME’ NON DIPENDE DA TE

 

Non è affar tuo. Se ti metti a pensare ‘come faccio a stare meglio’, va a finire che ti perdi in un ragionamento da ragioniere (è meglio questo o quello..? piscina o palestra? Facebook o Youtube..?) che non fa altro che confermarti di essere così sfigata da non saper cambiare le cose; e questo, ovviamente, ti riporta al punto di partenza.

 

No! Per tornare ‘in te’, nel tuo stato naturale di centratura e presenza che, guardacaso, corrisponde al benessere, è richiesto che

 

tu riconosca che stai male (e che è assolutamente ok),

 

che ti concedi di esserlo fino a quando avrai voglia di esserlo,

 

che scegli qualcosa di diverso quando sei pronta a farlo (ormai hai capito che scegli tu come stare!).

 

A questo punto potresti iniziare a riconoscere che non sei quell’essere impotente e sfigato che stavi cercando con tutte le tue forze di convincerti di essere, ma piuttosto una parte del tutto, connessa energeticamente a persone, animali e pianeta!

 

Ma che figo eh?!

 

Per essere persone con una missione, soddisfatte di sé e realizzate, non serve diventare wonder woman: basta scegliere un progetto e impegnarsi per realizzarlo, assumendose le responsabilità e i rischi.

 

E’ anche il primo compito che affronta Vassilissa, l’eroina di una delle fiabe di Donne che corrono coi lupi: abbandonare l’ Ottima Madre, ovvero quella parte iperprotettiva che abbiamo dentro di noi, che ci dice che siamo piccole e fragili e da proteggere, anche quando in realtà siamo draghi a tre teste pronti a conquistare il mondo.